Cinema o teatro?

Cosa pensa la nostra scuola del teatro?

Abbiamo fatto quattro domande a tutti i nostri compagni delle medie e delle quinte elementari per constatare la situazione di gradimento del teatro fra i giovani. Abbiamo posto, per alzata di mano, le questioni seguenti:

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Le risposte affermative sono  rappresentae dall’azzurro (1) e quelle negative dall’arancione (2). Chiedendo se vanno regolarmente a teatro s’intende almeno due volte l’anno e l’indagine ha avuto un campione totale di cinquecentoventicinque.

Come si può tristemente notare, meno di un terzo considera il teatro una forma d’arte degna di nota, ed ancora una più esigua percentuale assiste agli spettacoli regolarmente. Questo forse anche per il costo che hanno ormai le rappresentazioni in questo periodo di crisi nel quale si taglia prima di tutto sulla cultura. Dal fatto che invece molti vi siano andati almeno una volta si evince il ruolo fondamentale della scuola: grazie ad essa la maggior parte dei ragazzi ha avuto occasioni del genere ma non più di una volta all’anno e con risorse limitate. Infine non sarà purtroppo una sorpresa constatare che il cinema è di gran lunga preferito rispetto al teatro, che oggi è considerato “non di moda”, una forma d’arte “lontana” dai bisogni e dalle passioni dei ragazzi e riservata ai pochi che se lo possono permettere. Il nostro scopo è dunque sempre quello di promuovere questa grande possibilità di espressione di se stessi e della società circostante, di apprendimento e, perché no, di svago.

Luca M. Simone F. Lorenzo S.Vincenzo M. Elena B.

Il teatro: una grande passione

Abbiamo intervistato la maestra Daniela Gugliada,figlia del noto attore vogherese Lino Gugliada.foto daniela  gugliada

Suo padre che ruolo ricopriva negli spettacoli teatrali? E quali generi di copioni preferiva recitare?

Mio padre ha sempre recitato come “spalla” perchè aveva più possibilità di improvvisare le battute e preferiva le commedie comiche.

Con chi recitava?

Ha sempre recitato con Buzzi e Malacalza,due attori vogheresi,anche essi ormai scomparsi,che erano peraltro suoi amici .Aveva però più confidenza con Peppino Malacalza.

Quanto tempo impiegava per imparare un copione? Gli è mai capitato di dimenticare le battute?

Da giovane impiegava poco tempo per imparare il testo che doveva recitare, con il passare degli anni  gliene occorreva di più. Quando  dimenticava alcune battute improvvisava ma, ovviamente, il pubblico non se ne accorgeva.

Che cosa raccontava  quando tornava a casa dopo uno spettacolo teatrale?

Raccontava ciò che era accaduto sia in scena che dietro le quinte.Riportava battute spiritose sue e quelle di altri attori e noi capivamo che lui provava molte emozioni e con quanto entusiasmo lui amasse recitare.

Aveva altre  passioni oltre  al teatro?

Aveva mille interessi, ma quello che lo impegnava maggiormente  era il  volontariato presso la Croce Rossa.

Alunni classi quinte

Intervista A Laura Malacalza e Luca Uttini

In occasione della chiusura del teatro “Alle Grazie”, abbiamo intervistato la figlia Laura e il nipote Luca del celebre attore vogherese Peppino Malacalza.E’ stata una bella esperienza perché abbiamo avuto modo di discutere sull’accaduto trovandoci di fronte a delle persone pazienti, disponibili e molto simpatiche.

Cosa pensa della chiusura del teatro?
E’ un fatto bruttissimo e triste,perché è molto importante per la città vantare un luogo di cultura e di svago per la popolazione .
Bisogna capire che non è vero che “con la cultura non si mangia”. Nutrire il cervello, non è meno importante di nutrire il ventre. 

Com’è stato costruito il luogo di recitazione?
I due attori vogheresi, grandi amici tra loro, inizialmente recitavano nelle piazze, quasi per gioco; poi,vedendo che la cosa funzionava, insieme a dei loro amici si occuparono personalmente della costruzione del futuro teatro. 

Pensate che i vostri appelli e quelli dei cittadini possano cambiare qualcosa?
Probabilmente no, non sarà possibile neanche da parte delle compagnie teatrali perché il teatro appartiene ai Padri francescani. 

I due attori avevano, a loro volta, dei personaggi preferiti?
A Buzzi in particolare piaceva Gilberto Govi, un commediografo genovese, che Beppe imitava benissimo (ciò era stato riconosciuto anche dalla moglie di Govi). Malacalza, invece, non aveva particolari preferenze. 

Che rapporti avevano col pubblico?
Erano molto empatici e mentre recitavano “sentivano” l’ umore del pubblico.Beppe Buzzi aveva l’abitudine ,prima degli spettacoli,di sbirciare attraverso il sipario per vedere il pubblico che c’era in sala.Inoltre usavano il dialetto per essere più vicini alla gente che li sosteneva sempre con tanti applausi. 

Cosa caratterizzava i due personaggi?
Avevano molta passione, e si autodefinivano dei “dilettanti professionisti”: non hanno mai guadagnato niente, ma tenevano enormemente ai propri spettacoli. 
Godevano con molto piacere della propria fama e spesso, quando andavano in giro, ci mettevano anche due ore per percorrere pochi passi perché tutti li riconoscevano e parlavano con loro. 

Avevano altre passioni oltre al teatro?
A Buzzi piacevano i treni, mentre a Malacalza piaceva scrivere poesie in dialetto e giocare a calcio. Inoltre era un gran tifoso di calcio, soprattutto della Vogherese. 
Prima di salutarci Luca Uttini su nostra richiesta ha recitato  la poesia “L’amicizia”scritta  da Peppino Malacalza e dedicata all’amico Gianfranco Boffelli.Noi siamo convinti che,malgrado la chiusura del teatro ,il ricordo di questi due fantastici attori “dilettanti-professionisti non morirà mai.

Elena B. Simone F.