Una giornata dedicata al ricordo di Dalla Chiesa

Giovedì 15 febbraio alle ore 8:30, accompagnati dai docenti di Lettere, alcuni studenti della Scuola Secondaria si sono recati alla sala del Museo Storico G. Beccari, a Voghera, per assistere alla presentazione del graphic novel: “Le stelle di Dora”, in ricordo del Soldato, Carabiniere e Prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Arrivati a destinazione sono stati accolti dal Sindaco Paola Garlaschelli, dalla responsabile del museo Giuseppina Beccari (cara amica della famiglia Setti Carraro) e dal Comandante Alfonso Manzo (Generale di Divisione dei Carabinieri e Capo del V Reparto Affari Generali dello Stato Maggiore della Difesa). 

Il comandante ha raccontato parte della vita di Dalla Chiesa e in seguito ci mostrato il docufilm animato tratto dal libro. Il comandante ha integrato il film con racconti ed esperienze personali riguardo al Generale Dalla Chiesa.

Alla fine della proiezione, la signora Beccari ha invitato gli studenti a tornare al museo per un tour guidato e, in particolare, a vedere l’automobile a bordo della quale Dalla Chiesa e la sua seconda moglie sono stati assassinati. L’esperienza si è conclusa con il ringraziamento da parte degli organizzatori dell’evento.

A nostro parere, è stato molto interessante poter dedicare una giornata a una figura così importante, conoscere meglio la sua persona ed il suo servizio allo Stato, che ha avuto davvero dell’eroico.

Riteniamo che Dalla Chiesa rappresenti un modello importante per la nostra generazione e che il docufilm riesca a trasmettere appieno i valori che hanno animato il Generale e che devono essere tenuti vivi per crescere come persone e come cittadini. Ci piacerebbe che il graphic novel ed il film avessero grande diffusione nelle scuole.

Il nostro sincero ringraziamento va dunque al Sindaco, alla signora Beccari e in particolare al comandante Manzo (arrivato direttamente da Roma per questa presentazione) per aver organizzato un evento così formativo.

Caterina e Pasquale, 3D Plana

Scrivere, che passione!

Qui di seguito, potrete immergervi nel racconto di una nostra giovanissima scrittrice in erba. Buona lettura!

La bambina dal cappotto rosso

CRASH! Un altro rumore preoccupante provenne da sotto la macchina mentre Jack provava a riprendere il controllo del veicolo: il volante girava all’impazzata, i freni stridevano e l’auto slittava sull’asfalto ghiacciato. Jack sapeva benissimo che se avesse continuato così si sarebbe schiantato al primo ostacolo; provò in tutti i modi a rallentare la corsa del mezzo ma ormai non c’era più speranza. 

Le sue sfortune erano cominciate quella mattina quando una strana bambina con un cappotto rosso gli aveva chiesto un passaggio; dato che era di fretta aveva rifiutato, ma da quel momento tutto era andato per il verso sbagliato. 

Un incidente lo aveva rallentato tantissimo, Jack guardò l’orologio da polso: 8.15. Era già in ritardo per il lavoro! Osservò la scena mentre passava di fianco a un’ambulanza; seduta sopra quest’ultima, circondata dalla polizia, c’era la stessa bambina che poco prima gli aveva chiesto il passaggio. Si mise un attimo a scrutarla ma quando incrociò il suo sguardo, un brivido gli percorse tutta la schiena. Poi, però, il traffico si smosse e poco dopo si era già dimenticato di lei.

Jack, che era un operaio, arrivò presto al cantiere a cui stavano lavorando, ma appena mise un piede fuori dalla macchina iniziò a nevicare. Fantastico! Ora avrebbero dovuto lavorare al freddo e senza un tetto sulla testa, pensò Jack. Irritato, sbrigò velocemente tutti i lavori del giorno e quando salì in macchina, il suo unico pensiero era quello di tornare a casa il più in fretta possibile.

L’asfalto, per il freddo, si era ghiacciato. Jack non guidò con attenzione e, quasi a metà tragitto, incontrò un ostacolo in mezzo alla strada: una bambina con un giubbotto rosso. Jack sterzò di colpo per evitarla, ma quando si girò per controllare se stesse bene l’inquietudine si trasformò in paura: la bambina stava ridendo.

A quel punto accelerò subito per andarsene, ma non aveva considerato il ghiaccio e così si ritrovò ad aver perso il controllo dell’auto. Jack provò in un ultimo disperato tentativo a scendere dal veicolo, ma le portiere si erano ghiacciate per il freddo.

Non c’era più nulla da fare, Jack aspettò l’impatto.

Si girò un’ultima volta verso la strada e vide la bambina che lo salutava con la mano, sorridendo.

Il corpo fu ritrovato alle 8:15 del mattino dalla polizia, l’incidente aveva creato molto traffico. Di fianco alla macchina distrutta c’era un’ambulanza sulla quale una bambina con un giubbotto rosso sorrideva.

di Sole Aramini, 2H polo musicale Ennio Morricone.

SCUOLA IN MONTAGNA: CHE SETTIMANA!

Non sono qui per raccontarvi di tutta la stanchezza e del mal di gambe che ho provato in quella settimana, delle sgridate che ci siamo beccati dai Prof per il disordine nelle camere e delle corse che mi sono fatta appena sveglia per andare a prendere il cellulare che la notte il Prof Buccino ci sequestrava… Questi aspetti vanno messi in conto alla partenza. Vorrei soffermarmi, invece, su tutte le esperienze fantastiche che mi  sono capitate.

Già l’anno scorso sono andata in settimana bianca al Villaggio Olimpico di Bardonecchia ed era stata la mia prima volta sugli sci. Quest’anno, invece, abbiamo alloggiato all’hotel Arlecchino a Madesimo, in provincia di Sondrio, e confrontando le mie abilità sciistiche passate già mi sembrava di essere “Sofia Goggia”.

Abbiamo fatto un sacco di attività divertenti tra cui la Disco Fluo Party, una discoteca con balli di gruppo, accessori fluorescenti e musica, la piscina riscaldata, tornei di Fifa e attività di gruppo.

Ho imparato molto, dallo stare insieme all’inclusione di tutti i ragazzi, oltre alla responsabilità, all’educazione e alla cura delle persone e delle cose.

Quest’esperienza ha fatto crescere, secondo me, tutti noi partecipanti, facendoci maturare sia dal punto di vista della socialità che del rispetto.

Ringrazio tutti i Prof che ci hanno accompagnato per aver messo a nostra  disposizione così tanto del loro tempo e consiglio a tutti di parteciparvi in futuro.

Camilla Sala, 2A Plana.

“RIFIORIRE A NOVEMBRE”

Qualche mese fa, lunedì 27 Novembre, la classe 2 G si è recata alla mostra “Rifiorire a Novembre” nella sala Zonca di Voghera.

Si trattava di una sorta di manifestazione contro la violenza sulle Donne, creata dai ragazzi delle scuole superiori dell’Istituito Pascal e Marigliano; in questa mostra erano presentati sculture, disegni, elaborazioni grafici, abiti. L’obiettivo della mostra era testimoniare la possibilità per le Donne di sfuggire alla violenza di genere, traendo forza dalle proprie cicatrici.

La mostra è stata organizzata dall’ associazione C.H.I.A.R.A. e dal C.I.F. (Centro italiano Femminile) di Voghera, in onore della giornata Internazionale del 25 Novembre sull’eliminazione della violenza fisica e mentale subito dalle Donne.

Noi ragazzi della 2 G abbiamo raggiunto la mostra a piedi e siamo stati accolti dai ragazzi delle superiori che ci hanno spiegato il significato delle varie opere della mostra.

La sala presentava un lungo tappeto al centro con una panchina e delle scarpe rosse che simboleggiavano la violenza sulle Donne.

A destra vi erano dei disegni, in particolare uno che rappresentava cinque Donne e una fenice; da quest’ultima si riprende il mito dell’animale mitologico che sta a significare che la Donna può rinascere dalle sue ceneri, cioè dalle sue ferite, e liberarsi dalla violenza subita.

C’era, poi, una grande scultura di una Donna circondata dall’edera e da piccoli fiori: il suo significato era anch’esso molto importante perché l’edera rappresentava la violenza e i fiori erano il simbolo della forza delle Donne.

A sinistra c’erano varie sculture tra le quali ci ha colpito quella che rappresentava due mani: una mano cuciva le ferite dell’altra con un ago. Il senso dell’opera era la forza della donna che, nonostante il forte dolore subito, ha sempre la forza di rialzarsi anche da sola.

Inoltre, c’era una statua con un significato molto forte di nome “KINTSUGI” che consisteva nel rompere una statua e poi ricostruirla, marcando le sue ferite in oro. Questa creazione stava a significare che la Donna ha la forza di trasformare le sue ferite in forza.

Erano presenti anche dei quadri, come ad esempio quello delle mani di una Donna con le catene rotte, simbolo della libertà delle donne stesse.

Alla fine della mostra si poteva osservare con enorme tristezza un quadro con tutti i femminicidi del 2023 messi in ordine cronologico, seguiti da cartelli che indicavano le diverse modalità per richiedere aiuto contro queste violenze, come ad esempio il gesto della mano (il pollice piegato, le altre 4 dita alzate che si chiudono a pugno) e i vari numeri telefonici tra cui quello specifico Anti Violenza e Stalking (1522).

Al termine della mostra c’era un piccolo spazio di interattività, dove, prima di andare via, potevi lasciare un pensiero o una firma.

“Quando trovi il coraggio di raccontarla la tua storia, tutto cambia. Perchè nel momento stesso in cui la vita si fa racconto, il buio si fa luce e la luce ti indica la strada”

Gli alunni della 2G del polo musicale Ennio Morricone

Intervista a … Enrico VIII!

Noi ragazzi di 2G del polo musicale Ennio Morricone, dopo aver studiato la riforma protestante e tutto quello che ne conseguì, per interiorizzare ancora di più questo momento storico, ci siamo trasformati in veri e propri giornalisti e abbiamo realizzato delle “interviste impossibili” a un personaggio che ci ha colpito particolarmente: Enrico VIII. Qui di seguito due delle nostre interviste, la prima più formale mentre la seconda più spiritosa. Buona immersione nella storia!

INTERVISTA di Aurora Gazzaniga e Alessio Pjetri

Oggi andremo a fare un’intervista a Enrico VIII, un re molto famoso; andremo a chiedergli un po’ della sua storia.

Salve Enrico VIII, oggi siamo venuti a farle visita per alcune domande: innanzitutto come sta oggi?

E: Io sto bene, grazie. 

Quando è nato e dove? 

E: Sono nato a Greenwich nel giugno del 1491.

Sappiamo che la sua storia è un caso molto complesso, perciò vorremmo chiederle come mai ha litigato con il papa.

E: Questa storia è lunga quanto scomoda.  

Se la sente di spiegarci meglio questa rottura con il papa Clemente VII? Con colui che non le voleva concedere il divorzio con Caterina d’Aragona, giusto? 

E: Sì esattamente, non voleva farmi divorziare da mia moglie; ho provato a parlare con lui, ma non voleva per nessun motivo che io divorziassi. 

Come mai? 

E: Perché Caterina era una parente di Carlo V, l’imperatore, e il papa aveva bisogno del suo supporto, anche perché quei momenti erano periodi bui. 

In che senso “periodi bui”?

E: In quel periodo, da quel che so io, esisteva la vendita delle indulgenze: la Chiesa, in cambio di denaro per costruire basiliche e vivere nel lusso, cancellava tutte le pene, assicurando il paradiso. Un vero e proprio commercio! Fu così che un certo Martin Lutero appese delle tesi, 95 per la precisione, sulla porta della cattedrale di Wittenberg, con le quali condannò questa pratica blasfema ed elaborò una nuova dottrina che si distaccava da quella cattolica.

Quando furono appese quelle tesi?

E: Il 31 ottobre del 1517; me lo ricordo benissimo! Anche perché da lì nacque la riforma protestante, appoggiata dai principi, che in realtà volevano solo maggiore autonomia dall’imperatore e ottenere le terre della Chiesa. Lo appoggiarono anche i contadini che richiedevano maggiore libertà, ma le loro rivolte furono soppresse dai principi. A Lutero non convenne sostenere i contadini …non è di certo stolto! Il suo obiettivo era continuare la “rivolta contro la chiesa” e i ricchi principi erano degli ottimi alleati.

Ritornando a noi, perché voleva divorziare con Caterina d’Aragona?

E: Perché mi ero innamorato di una nobildonna inglese, Anna Bolena, ma il papa alla mia richiesta mi scomunicò nel 1533. 

Poi cosa è successo? 

E: Mi sono opposto al papa e ho sancito nel 1534 la nascita della Chiesa Anglicana, con a capo il re inglese … nonché io!

Grazie per aver risposto alle nostre domande, le auguriamo buona giornata! 

E: Prego e arrivederci!                                                                                        

INTERVISTA di Elisa Barbieri e Noel Accordino

 Buongiorno signore, come sta?

E: Bene grazie e voi?

Molto bene anche noi! Possiamo cominciare dato che siamo molto curiosi. Prima di tutto, come si chiama e quando è nato?

E: Allora, mi chiamo Enrico VIII e sono nato a Greenwich il 28 giugno 1491.

Cosa succede nella sua vita?

E: Nella mia vita ho molti problemi, tra cui Caterina d’Aragona.

E che cos’è che le ha fatto di male questa povera donna?

E: No, lei non ha fatto niente! Sono io che non la amo più; mi interessa solo e soltanto un’altra donna bellissima.

Scusi se ci intromettiamo nella sua vita privata, ma vorremmo davvero sapere il nome della “bellissima” fortunata.

E: Va bene, ve lo svelo ma dovete promettermi di non rivelarlo a nessuno. Avvicinatevi che ve lo sussurro all’orecchio. Si chiama Anna Bolena: la amo talmente tanto da pensare tutto il giorno a lei e il mio cuore si scioglie solo a guardarla.

E perché non vuole divorziare con Caterina d’Aragona?

E: Io vorrei e ci ho provato, ma quella “testa dura” del papa non me lo consente perché mia moglie è imparentata con Carlo V, l’imperatore.

Ci dispiace moltissimo, signore Enrico VIII. Per distogliere la mente da questi tristi pensieri, ci parli un po’ di qualcos’altro della sua vita.

E: Certamente. Mi sono opposto alle teorie di Martin Lutero e per questo nel 1521 ho ottenuto dal papa Leone X il titolo di “Difensore della fede”. Ora le cose con la Chiesa di Roma, però, come vi ho detto, sono un po’ cambiate e ben presto assisterete a una grande separazione! Tenetevi pronti!

Grazie di essere stato con noi questa sera. Allora, nella prossima puntata, intervisteremo anche questo
Martin Lutero per farci raccontare le teorie su cui Lei non è d’accordo. In bocca al lupo per la sua situazione sentimentale! Grazie ancora e arrivederci!

E: Grazie a voi per avermi ascoltato. A presto!