A ” Scuola ” di cucina

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Il 17 dicembre 2014 noi alunni della 1^ E insieme ai compagni della 1 H, siamo scesi in sala mensa  e , seguendo le istruzioni del sig. Andrea Gerboni  titolare della Fattoria didattica “La via del sale “, abbiamo realizzato il burro e le tagliatelle con la farina di castagne.  Per ottenere il burro occorre versare in un recipiente di vetro una determinata quantità di latte intero e panna fresca e dopo averlo chiuso ermeticamente si deve scuoterlo energicamente per il tempo necessario ad ottenere un composto semiliquido, caratterizzato da grumi, simili a fiocchi dall’aspetto morbido e invitante. L’abbiamo infatti spalmato sul pane, con una spolverata di zucchero e gustato all’istante: un’ottima merenda sana, gustosa, dal sapore d’altri tempi e gratificante perché uscita dalle nostre mani.

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Per le tagliatelle occorre impastare il 30% di farina di castagne con il 70% di farina di semola di grano duro aggiungendo la giusta quantità d’acqua. Si stende poi la sfoglia con il mattarello, rendendola sottile e uniforme e si ritagliano quindi delle striscioline con l’apposita rotellina dentata. Alcuni di noi hanno portato a casa un assaggio di pasta che hanno poi gustato in famiglia. Sul finale ci siamo deliziati con i biscotti a base di farina di castagne e il castagnaccio preparati dalle nostre prof. Carla e Rita.

Sarà molto difficile dimenticare questa mattinata culinaria all’insegna della castagna e del burro!

Maria M.

La “Strage” dei teatri

Usando la forte parola strage non credo per nulla di esagerare: la situazione italiana e vogherese in fatto di cultura non è certamente delle migliori. Basti pensare, nel nostro piccolo, alla grave perdita di vita sociale e culturale a Voghera.

teatro sociale

Il Teatro Sociale, inaugurato nel 1845,era definito con orgoglio “la Scala di Voghera” per il suo sfarzo;nel 1947 però è stato declassato a sala cinematografica ed è stato lasciato quasi in abbandono. Ha chiuso per problemi strutturali nel 1986 con grande tristezza della città ed i lavori di ristrutturazione sono ancora in corso.

La chiusura invece del teatro “Alle grazie”risale all’Ottobre di quest’anno. Per entrambi i teatri i cittadini si sono inizialmente mobilitati ma dopo poco tutti gli appelli sono stati dimenticati. Se un nostro concittadino oggi volesse assistere ad una rappresentazione teatrale, dovrebbe approfittare di una delle saltuarie aperture del teatro San Rocco o della breve stagione teatrale del cinema Arlecchino.teatro arlecchino

C’è anche un piccolo teatro attiguo alla chiesa dei padri barnabiti ma non ha sicuramente la stessa influenza ed importanza,anche se ultimamente è l’unico a ospitare compagnie teatrali  amatoriali.Tutti comunque non svolgono solo la funzione di teatro perché, a quanto pare, in questo Paese “con la cultura non si mangia”. Noi alunni che frequentiamo l’indirizzo musicale notiamo che in città sono pochi gli spazi con una buona acustica utilizzabili per esibizioni; i teatri, come dicevo, sono chiusi (alcuni strutturalmente ma gli altri mentalmente, nel modo di fare); c’è solo  una piccola scuola civica di musica abbastanza sconosciuta e lo “stanzone” della Società Operaia di Mutuo Soccorso, che non fa molti spettacoli ed essi sono riservati ai pochi soci. Gli unici luoghi dunque dove poter suonare in qualche modo rimangono le chiese, dove infatti si tengono la maggior parte delle esibizioni di qualsiasi tipo che prevedano più di quattro o cinque elementi! Noi troviamo, infatti, che sia importante per i giovani (e spesso per i non più giovani) avere degli spazi in cui poter esprimere la propria arte e le proprie passioni e sperimentare le proprie abilità, come poteva essere ad esempio la scuola di recitazione di Buzzi e Malacalza. Per lo stesso motivo pensiamo che sia fondamentale avere dei teatri in attività.Il teatro, in particolare quello popolare che era diffuso nel nostro territorio, è sempre stato un modo (e lo è ancora) di imparare, di esprimersi per la gente. Per questo i regimi dittatoriali partono sempre con l’eliminare (od ancora peggio limitare) la cultura,perché è ciò che rende le persone in grado di capire, quindi di fare rivoluzioni (dentro se stessi, la più importante, e fuori). Siamo certi che questo tipo di attività sia fondamentale alla vita dignitosa di un popolo e certamente non siamo d’accordo e non staremo a guardare la grande perdita di cultura che si sta verificando nel nostro Paese e non solo. Naturalmente dal mio piccolo articolo, non spero di ottenere risultati, né che  qualcuno in alto ascolti il mio appello,spero solo che si possa arginare quella che io ,con parole forti,ho definito “strage” di cultura ,che il teatro Sociale presto riapra i battenti e che si capisca che non è vero che con la “cultura”  non si mangia ma che, anzi, abbiamo davvero un enorme banchetto davanti e sta solo a noi saperne approfittare.

Simone F.

Intervista A Laura Malacalza e Luca Uttini

In occasione della chiusura del teatro “Alle Grazie”, abbiamo intervistato la figlia Laura e il nipote Luca del celebre attore vogherese Peppino Malacalza.E’ stata una bella esperienza perché abbiamo avuto modo di discutere sull’accaduto trovandoci di fronte a delle persone pazienti, disponibili e molto simpatiche.

Cosa pensa della chiusura del teatro?
E’ un fatto bruttissimo e triste,perché è molto importante per la città vantare un luogo di cultura e di svago per la popolazione .
Bisogna capire che non è vero che “con la cultura non si mangia”. Nutrire il cervello, non è meno importante di nutrire il ventre. 

Com’è stato costruito il luogo di recitazione?
I due attori vogheresi, grandi amici tra loro, inizialmente recitavano nelle piazze, quasi per gioco; poi,vedendo che la cosa funzionava, insieme a dei loro amici si occuparono personalmente della costruzione del futuro teatro. 

Pensate che i vostri appelli e quelli dei cittadini possano cambiare qualcosa?
Probabilmente no, non sarà possibile neanche da parte delle compagnie teatrali perché il teatro appartiene ai Padri francescani. 

I due attori avevano, a loro volta, dei personaggi preferiti?
A Buzzi in particolare piaceva Gilberto Govi, un commediografo genovese, che Beppe imitava benissimo (ciò era stato riconosciuto anche dalla moglie di Govi). Malacalza, invece, non aveva particolari preferenze. 

Che rapporti avevano col pubblico?
Erano molto empatici e mentre recitavano “sentivano” l’ umore del pubblico.Beppe Buzzi aveva l’abitudine ,prima degli spettacoli,di sbirciare attraverso il sipario per vedere il pubblico che c’era in sala.Inoltre usavano il dialetto per essere più vicini alla gente che li sosteneva sempre con tanti applausi. 

Cosa caratterizzava i due personaggi?
Avevano molta passione, e si autodefinivano dei “dilettanti professionisti”: non hanno mai guadagnato niente, ma tenevano enormemente ai propri spettacoli. 
Godevano con molto piacere della propria fama e spesso, quando andavano in giro, ci mettevano anche due ore per percorrere pochi passi perché tutti li riconoscevano e parlavano con loro. 

Avevano altre passioni oltre al teatro?
A Buzzi piacevano i treni, mentre a Malacalza piaceva scrivere poesie in dialetto e giocare a calcio. Inoltre era un gran tifoso di calcio, soprattutto della Vogherese. 
Prima di salutarci Luca Uttini su nostra richiesta ha recitato  la poesia “L’amicizia”scritta  da Peppino Malacalza e dedicata all’amico Gianfranco Boffelli.Noi siamo convinti che,malgrado la chiusura del teatro ,il ricordo di questi due fantastici attori “dilettanti-professionisti non morirà mai.

Elena B. Simone F.

Noi e il teatro

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Crediamo che la possibilità di recitare fin da piccoli rechi un grande vantaggio allo sviluppo linguistico, motorio, relazionale .

Tutti i bambini dovrebbero “fare teatro”, soprattutto quelli più introversi e timidi poiché guadagnerebbero sicuramente più sicurezza in se stessi e migliorerebbero molto la loro capacità di relazionarsi con gli altri.

Secondo noi il teatro è socialità, scelta di stare insieme, conoscenza dell’altro, inoltre arricchisce il nostro linguaggio, rende il nostro corpo più coordinato e armonico, favorisce l’abitudine all’ascolto puntando sul divertimento.

Attraverso una piccola indagine svolta da alcuni di noi sul tipo di percorso teatrale  intrapreso negli scorsi anni dalle varie classi della nostra Scuola Primaria di via Dante, ci siamo resi conto di quanto insegnanti e alunni credano in questa splendida attività.

Alcune classi hanno seguito un percorso di recitazione vero e proprio, altre di danza e movimento , altre ancora di coro.

Alla fine dell’anno scolastico , i giovani attori , si sono esibiti nelle loro rappresentazioni teatrali e per un giorno, si sono sentiti delle piccole stars ed hanno riferito che il percorso teatrale li ha emozionati, divertiti e  resi ancora più amici.

Per questo pensiamo che l’attività teatrale sia un’esperienza assolutamente da provare!

 

Alunni classi quinte

Addio al teatro “Alle grazie”

teatro esterno (Custom)Dopo 50 anni di attività il Teatro alle Grazie di Voghera ha chiuso i battenti. I motivi, oltre ad essere di natura economica, sono maggiormente legati alla sicurezza: il teatro, purtroppo  non è a norma di legge.

Questa piccola, ma bella  struttura ha ospitato spettacoli con grandi attori  soprattutto vogheresi come Beppe Buzzi e Peppino Malacalza, ed è stata sede della scuola di animazione teatrale “Albino Battegazzore”diretta da Gabriella Buzzi,figlia del noto attore vogherese.Per ricordare questo piccolo,ma importante teatro per la nostra città,è stata scelta una domenica,precisamente il 5 ottobre2014 . In quel giorno il teatro è stato aperto al pubblico per ospitare degli spettacoli in ricordo dei fasti del teatro. Gli artisti e i cittadini che hanno voluto esprimere la loro vicinanza al teatro lo hanno potuto fare in questa unica e irripetibile occasione. Il programma è iniziato alle ore 9 del mattino, con le visite guidate al teatro,poi alle ore15:30  è stata celebrata da padre Cristoforo la Santa Messa presso  il Santuario Santa Maria alle Grazie, animata dalla Chitarrorchestra di Voghera e diretta dal maestro Gianfranco Boffelli. Dalle 17:00 fino a mezzanotte, numerosi artisti si sono esibiti con canti,poesie,monologhi,scenette e danze,il tutto presentato da Maurizio Civini. La lunga giornata ha previsto una pausa molto apprezzata da tutti ma soprattutto dagli attori : una merenda con “pane e salame”, così come  erano soliti fare gli artisti alla fine dello spettacolo pomeridiano e prima di quello serale. Al termine della serata, Claudia Buzzi ha consegnato la maschera da sempre posizionata sull’ingresso del teatro alla compagnia“G ‘74” di Oliva Gessi e  una riproduzione della maschera stessa alla compagnia“Fuori di Copione” di Voghera. A detta del numeroso pubblico e degli addetti ai lavori, questo teatro, in virtù della memoria storica cittadina rappresentata nel corso dei decenni, non merita di passare, come spesso accade per molti edifici, nel dimenticatoio.