“Voghera, io la vedo così”

II nostro insegnante di Inglese, Prof. Berghella, ci presenta un amico, artista, al quale viene proposta un’intervista da parte della classe. II suo nome d’arte è Rocco Balocco (pseudonimo di Roberto Bensi) e, come hobby, fa il fotografo.
Grazie a questo incontro abbiamo avuto la possibilità di conoscere a pieno il nuovo libro di Rocco Balocco e del Prof. Berghella, intitolato “Voghera, io la vedo cosi”.PHOTO-2018-06-01-13-23-41
Da dov’è nata la sua passione per la fotografia e quando?
Mi avvicinai alla fotografia molti anni fa, intorno ai vent’anni. Iniziai ad immortalare, per svago, alcune cose che mi colpivano, prima con una Reflex e successivamente con il telefono.
C’è un monumento o una struttura che l’ha colpita particolarmente?
Mi sono piaciuti particolarmente il Duomo e il Castello Visconteo. Preciso, però, che il mio libro non è a sfondo esclusivamente culturale, ma mira piuttosto a soffermarsi sulle curiosità della città di Voghera.
In quanti anni ha accumulato tutte le foto presenti nel libro?
In circa 5-6 anni.
Ha intenzione di realizzare altri libri di fotografia?
Perché no? Ho in previsione un progetto fotografico per confrontare alcuni monumenti così com’erano anni fa con gli stessi al giorno d’oggi.
Lei e il Prof. Berghella vi aspettavate che il libro avesse così tanto successo?
Sinceramente no, ci speravamo m o l t o, e siamo davvero contenti e soddisfatti.
Com’è venuta a lei e al Prof. l’idea di realizzare un libro fotografico?
Inizialmente I’ idea è venuta all’ editore. Successivamente cominciai a postare delle foto su facebook, seguite dai commenti del Prof. Berghella.

In passato ha realizzato altri progetti fotografici?
No, ho partecipato solo a qualche concorso.
C’è un filtro che, secondo lei, è più adatto alle foto?
No, sono convinto che le foto non ritoccate siano le migliori.

A questo punto ci siamo rivolti al Professor Berghella, approfittando dell’occasione per rivolgergli alcune domande, per comprendere anche i suoi pensieri riguardanti Voghera e il libro.

Quali aspetti della città l’hanno particolarmente colpita e perché?
Mi hanno molto colpito “la testa di cavallo” e “la casa che ride”. La prima perché non la conosceva nessuno e mi è sembrata molto curiosa. La leggenda, inoltre, narra che fosse in antichità una cassetta della posta. La “casa che ride”, invece, purtroppo non è più visibile. Si trovava in un cortile, ma ora è stata demolita.
Attraverso le foto a disposizione, ha trovato immagini della città che conosceva meno?
Sì, numerose; lo scopo del libro, infatti, era quello di mostrare ambienti poco conosciuti.
Quali aspetti di Voghera le sono più cari?
Sicuramente il centro in generale, via Emilia, il Duomo e il Castello. Penso che la Chiesa del Duomo ed i portici della sua piazza creino un’immagine molto bella ed artistica.
Abbiamo letto nelle note biografiche che compaiono sul libro che lei è un appassionato musicista e ha già scritto dei romanzi. Coltiva anche altre passioni?
Sì, mi piacciono la pittura astratta, il ciclismo, anche se non lo pratico da tanto tempo, e viaggiare, soprattutto d’estate.
Abbiamo notato un’estrema sinteticità nel commentare le foto. E’ voluta? Se sì, per quale motivo?
Sono stato sintetico sia per lo spazio concesso, sia perché penso che la foto sia più importante del commento, che è solo una breve spiegazione.

Alla fine dell’intervista, Rocco Balocco e il Prof. Berghella ci comunicano la loro soddisfazione e ci dicono che il ricavato del libro andrà tutto in beneficienza.
L’opera è stata presentata, con buon successo di pubblico, anche durante la 636esima Fiera dell’Ascensione, presso l’Emeroteca di Voghera.
Gli alunni della 2^ F