Ricordiamoci di non dimenticare

27 gennaio. Ore 12,15. Classe
Il suono della campanella annuncia il minuto di silenzio in commemorazione della Shoah.

minutodisilenzio
Ore 12,16 iniziano le domande.

Che cos’è la Shoah?
Shoah è un termine ebraico col quale si indica lo sterminio del popolo ebraico durante il Secondo conflitto mondiale. Fra il 1939 e il 1945 circa 6 milioni di Ebrei vennero sistematicamente uccisi dai nazisti del Terzo Reich.

Io ho sentito anche Olocausto…
Sì, nella seconda metà del XX secolo veniva usato il termine Olocausto per indicare il genocidio degli ebrei, ma Olocausto significa sacrificio inevitabile e sembra ora meno adatto di Shoah che nella lingua ebraica significa “catastrofe”, “distruzione”.
Perché tutti gli anni il 27 gennaio ricordiamo questo terribile evento?
“La Giornata della Memoria” è stata istituita con una legge il 20 luglio 2000, dalla Repubblica italiana, quindi viene celebrata dal 27 gennaio 2001. Dal 1º novembre 2005 è una ricorrenza internazionale decisa dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Perché è stata scelta come data il 27 gennaio?
Si è stabilito di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.
Che cos’è Auschwitz.?
Auschwitz è il nome tedesco di Oswiecin, una cittadina situata nel sud della Polonia. Qui, a partire dalla metà del 1940, si trovava il più grande campo di sterminio aperto da quella sofisticata «macchina» tedesca che aveva pensato come attuare la «soluzione finale del problema ebraico». Auschwitz era una vera e propria metropoli della morte, composta da diversi campi – come Birkenau e Monowitz – ed estesa per chilometri. C’erano camere a gas e forni crematori, ma anche baracche dove i prigionieri lavoravano e soffrivano prima di venire avviati alla morte. Solo ad Auschwitz sono stati uccisi quasi un milione e mezzo di ebrei.

memoria
Cosa succedeva nei campi di concentramento?
Nei campi di concentramento i prigionieri lavoravano come schiavi e se morivano di stenti e fatiche non era un problema per i nazisti, perché arrivavano sempre molti treni carichi di deportati. Per “far posto” ai nuovi arrivati le S.S. entravano nelle baracche, controllavano il numero tatuato sul braccio ai prigionieri più vecchi, deboli o malati, poi tornavano, li chiamavano e li conducevano alle camere a gas.
Oppure i prigionieri venivano fatti spogliare e sfilare davanti ad un medico che li divideva in due gruppi: quelli che erano in grado di sopportare il lavoro massacrante a cui erano sottoposti, e quelli che erano condotti alle camere a gas. Questo avveniva ogni quindici giorni. I cadaveri erano ammucchiati e poi venivano scavate delle fosse a 100-200 m dalle baracche in cui venivano buttati e bruciati. Il fumo, l’odore, l’orrore finiva tutto verso le baracche.
I deportati venivano privati di tutto, non venivano considerati esseri umani e alla fine loro stessi non si sentivano esseri umani.

candele
Penso che tutti, almeno una volta nella vita, dovremmo visitare un campo di concentramento per provare delle emozioni molto forti che fanno capire che cose simili, non dovranno MAI più ripetersi.
                                    RICORDARE PER NON DIMENTICARE !
Marta