Il nostro sorriso non vi mancherà

Lo stage a Setteborghi  è stato condotto da due educatrici formidabili, simpaticissime e molto esperte. Conosciamole meglio attraverso l’intervista che ci hanno cortesemente concesso.

Com’è nata la vostra passione per questo lavoro?

Silvia: “ La mia è un po’ una passione innata perché mio padre faceva lo stesso lavoro e ha formato moltissimi conduttori di gruppo. Quando spiegava i giochi, mi usava come cavia: mi sono appassionata così, pian piano e in modo naturale. Però poi per fare bene questo lavoro ho dovuto studiare molto e fare tanto tirocinio, ma alla fine ce l’ho fatta.
Alessia: “Io sono entrata nella fondazione Adolescere vent’anni fa per studiare e prepararmi a diventare educatore e ho avuto come professore proprio il papà di Silvia, Flavio Montanari. Quindi anch’io mi sono appassionata grazie a lui.”

Da quanto tempo conducete gli stages?

Silvia: “Esattamente da dieci anni”
Alessia: “Sono entrata a far parte della Fondazione Adoloscere vent’anni fa, ma svolgevo altre mansioni: faccio parte del progetto NOI IN COLLINA solo da cinque anni.”

Qual è stata la vostra impressione quando ci avete visti?

Alessia e Silvia: La prima impressione per entrambe è stata positiva: abbiamo visto che eravate calmi, ordinati e rispettosi.

È sempre così?
Alessia e Silvia: A volte arrivano gruppi che ci fanno innervosire: ragazzi che non ascoltano o non stanno attenti, ma il nostro obbiettivo è far capire loro che possono diventare una classe migliore.

Qual è il significato di PIETRA L.A.R.A.?
Alessia: “Pietra sta ad indicare la natura, la semplicità, mentre L.A.R.A. non è un nome di ragazza, ma un acronimo di Laboratori, Aggregazioni, Relazioni, Adolescenti”
Silvia: “E’ nata da una voglia di lavorare con i giovani e insieme a loro. Desideriamo aiutare gli adolescenti a legare con gli altri perché diventino veramente un gruppo-classe. Però prima il progetto si chiamava solo L.A.R.A. e veniva svolto solo con i licei, ora abbiamo aggiunto PIETRA e l’abbiamo esteso anche alle scuole primarie e secondarie di primo grado.

In un anno quante scuole e centri estivi ospitate?
Sono circa ottanta stage più sei settimane di centri estivi: vediamo quindi circa 2000 ragazzi all’anno ed arrivano da tutta la Lombardia.
Poi abbiamo chiesto a Silvia: “com’è stato conoscere Alessia?”
“È stato semplice: abbiamo subito trovato delle affinità e la cosa più bella è che ci confrontiamo, discutiamo quando abbiamo idee diverse e in più siamo amiche”
La stessa domanda l’abbiamo posta ad Alessia:
“È stato un lungo viaggio, un’avventura, ogni scoperta che facevamo su di noi era sempre più bella! Siamo diverse, ma ci compensiamo. Si è creato un rapporto di stima e affetto”

Ci raccontate un episodio avvenuto qui a Sette Borghi che vi ha colpito particolarmente?

Alessia: “Una volta è arrivata una classe con un ragazzo non udente e la cosa più bella è che i suoi compagni lo aiutavano sempre perché avevano imparato la lingua dei segni. Hanno voluto poi farci vedere le prove del loro spettacolo teatrale che era interamente con la lingua dei segni. E’ stato davvero bellissimo, tanto che mi sono commossa. Purtroppo non abbiamo imparato il linguaggio dei segni. Ci abbiamo provato, ma eravamo così goffe!”

Silvia: “Una volta mentre passeggiavo per il bosco un po’ assonnata perché era fine giornata, vidi un lupo! Alla sola vista mi riattivai, mi ricaricai di energia. Questa esperienza la collego al mio lavoro, perché quando sono stanca o un po’ nervosa mi basta un vostro sorriso per farmi tornare il buon umore.”

Le ringraziamo lasciando loro parte del nostro affetto… e naturalmente un sorriso!

Marta