Un ricordo per chi ha combattuto per la Patria

Il giorno 24 gennaio ho conosciuto un signore vogherese di 86 anni di nome
Tullio Scolé che ha una forte passione per la storia. E’ il regista del documentario “Il Piave mormorava” che è stato proiettato agli allievi in occasione del centenario del termine della Prima Guerra Mondiale (1914-1918).IMG-5797

L’autore, per questo docufilm, si è basato sulla lettura di un centinaio di lettere ricevute dai soldati al fronte e scritte da loro stessi per le proprie famiglie. In queste lettere i soldati raccontano di come si sentivano soli e isolati.
In particolare il signor Scolé ricorda una lettera in cui si racconta come lo stress nelle trincee era così forte che alcuni soldati si esponevano apposta per farsi uccidere dai cecchini nemici. La lettura di queste lettere porta il regista ad interrogarsi sul ruolo della donne durante le guerra, perché si è sempre parlato dei soldati al fronte e mai delle loro fidanzate o mogli. Le donne rimaste a casa hanno dovuto seguire da sole i figli e andare a lavorare.
Sottolinea anche il ruolo delle insegnanti che, sapendo scrivere, aiutavano le famiglie a preparare le lettere che sarebbero state spedite ai soldati.
All’epoca infatti solo in pochi erano in grado di leggere e scrivere correttamente.
Ricorda di aver trovato una lettera che lo ha particolarmente colpito; era stata scritta dalla fidanzata di un soldato e riportava le seguenti parole “Il mio cuore è con te in trincea. E quando sentirai il Piave mormorare, ricordati che quei borbottii saranno il rumore dei miei baci che invierò, dalla mia bocca alla tua”.
La ragazza probabilmente pensava che le sue parole potessero essere d’aiuto al fidanzato e sostenerlo durante l’orrore del conflitto. In realtà il soldato muore due giorni prima dell’arrivo della lettera proprio sul Piave. Ma le parole della donna diventano poi il titolo della più famosa canzone che riguarda la Prima Guerra Mondiale, “Il Piave mormorava”. Nella canzone originale si sentono in sottofondo le voci dei caduti. Veniva cantata al fronte.
Il signor Scolé ha raccontato agli alunni del Plana anche la vita di Cesare Battisti, un alpino nato a Trento (che all’epoca non era territorio italiano) che si sentiva italiano ed era un irredentista. Quando venne catturato dagli austriaci venne processato e condannato a morte per tradimento proprio perché si era schierato in guerra con l’Italia, che era nemica dell’Austria.
L’autore ci ha narrato la vicenda di Caporetto e della chiamata alle armi dei giovani del 1899, che allo scoppio della guerra in Italia avevano 16 anni: erano giovani, come lo siamo noi ora eppure andavano a combattere al fronte, perdendo gli anni della gioventù e alcuni perdendo proprio la vita.
Il video è quindi un omaggio ai soldati caduti in guerra. I nostri soldati sono morti nella speranza di ottenere una vita migliore per il nostro Paese.

Sara