La mitica Roma

Roma, città fantastica, colma di monumenti, un museo a cielo aperto visitato da milioni di turisti ogni anno che vengono da ogni parte del mondo per vedere la mitica capitale d’Italia.  

Anche noi abbiamo visitato i luoghi più importanti come il Pantheon, l’altare della Patria, il Colosseo e anche le piazze: Piazza Navona, Piazza del Popolo, Piazza di Spagna e l’immancabile Piazza San Pietro.

 

<<Possiamo dire che Roma è un misto di moderno e storico>>,  dice Danilo.

<<Mi sono piaciuti molto i monumenti, ma, soprattutto, il Colosseo>>,  commenta Gabriele.

Da provare assolutamente alcuni tra i piatti più tipici, come l’amatriciana, la carbonara e i Saltimbocca alla Romana.

Insomma: una città pazzesca, da vedere e rivedere!

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A lezione di Costituzione

Due avvocati dell’Associazione italiana giovani avvocati hanno incontrato  venerdì 15 Marzo a scuola molti ragazzi delle classi terze.

Anch’io ero fra questi ed ho potuto ascoltarli .

Il tutto è cominciato con una domanda: che cos’è la Costituzione? La risposta breve ma efficace è stata la seguente: la Costituzione è la carta d’identità del nostro stato cioè l’Italia.

Poi sono stati trattati gli articoli soprattutto i primi 12, considerati i principi fondamentali. L’ultimo riguarda la nostra bandiera, che insieme all’inno e allo stemma costituiscono i simboli della nostra Repubblica; infatti dal 1996 è stata introdotta la festa della bandiera il 7 gennaio.

La Costituzione italiana è una costituzione scritta, rigida, lunga, votata e democratica.

La nostra carta dei diritti viene considerata una delle carte più moderne, soprattutto perché tutela i diritti dell’uomo.

Abbiamo poi trattato le varie parti della Costituzione parlando degli organi che costituiscono la Repubblica: Presidente della Repubblica, Governo, Magistratura, Parlamento e Corte Costituzionale.

Ci siamo poi soffermati in modo particolare sulla formazione delle leggi nei vari passaggi ,dalla proposta all’approvazione di Camera e Senato,alla promulgazione da parte del Presidente della Repubblica fino alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale e all’entrata in vigore.

L’incontro con gli avvocati è stato utile ed apprezzato dagli studenti.

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Orienteering a Pietragavina

Un’attività che ha coinvolto tutti noi alunni durante lo stage a Pietragavina è stata l’orienteering: lo sport dei boschi. Il primo giorno Fabienne e Silvia ci hanno insegnato le basi e ci hanno messo a disposizione gli strumenti cioè bussole e mappe. L’attività si è svolta nel Borgo di Pietragavina: dovevamo cercare le lanterne, posizionate in precedenza da Fabienne, lungo i sentieri e le vie del borgo.

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Questa attività è stata utile per conoscerci meglio stando insieme; infatti abbiamo imparato a comportarci come una squadra, ognuno rispettando i propri ruoli, dando così al gruppo un valido contributo.

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Il giorno successivo l’orienteering si è svolto nei boschi: le difficoltà sono aumentate notevolmente poiché il territorio era più ampio e le lanterne erano posizionate più lontane tra loro. Alcune erano nascoste molto bene, quasi introvabili.

Infatti, per individuarle, alcune squadre hanno deciso di unirsi e formare un unico gruppo.

Alla fine, tornati tutti al punto di partenza, sfiancati, ci siamo diretti verso il Centro Montano per un sano e meritato riposo.

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 Simone, Luca, Greta, Martina.

Un dirottamento casuale

Il giorno 11 settembre del 2001 alle ore 15:00, un aereo con a bordo 200 passeggeri partito da Milano Malpensa stava sorvolando Amsterdam.

L’aeromobile si stava dirigendo verso Miami quando, all’incirca a metà del viaggio, un uomo si alzò urlando contro gli assistenti di volo e i passeggeri minacciando di uccidere con un coltello un’anziana signora.

Subito le hostess cercarono di farlo ragionare, ma lui non ne volle sapere, così, uno steward molto coraggioso, gli si avvicinò da dietro e lo colpì alla nuca stordendolo. Gli altri steward gli sottrassero il coltello e lo immobilizzarono in un sedile.

Appena l’aereo atterrò, la polizia arrestò il terrorista, che tutt’ora è in galera in un carcere di massima sicurezza in Sardegna.

∼Intervista ad un’assistente di volo (la mamma di Simone) in servizio su quell’aereo∼

“Come mai non siete atterrati a Miami?” 

“Perché Miami si trova vicino a New York, dove quel giorno c’è stato l’attentato alle Torri Gemelle; quindi la torre di controllo ha preferito farci atterrare in Brasile.

“Che emozioni ha provato quando il terrorista ha minacciato la signora?”

“Sicuramente molta tensione perché non capita tutti i giorni di subire un dirottamento per colpa di un attentato così grande.”

“Quali sono le procedure da adottare in caso di dirottamento?”

“Prima di tutto bisogna far sedere i passeggeri e annunciare loro ciò che sta per  accadere in seguito. Dopo sperare che nessuno si agiti, fare in modo che tutti mantengano la calma. Un segnale da adottare in caso di dirottamento è quello di  inserire il codice per entrare nella cabina di pilotaggio e avvisare il comandante di ciò che sta accadendo, per poi informare la torre di controllo.

“Le piace il suo lavoro?”

“Sì molto, perché mi è sempre piaciuto girare il mondo.”

Luca e Simone

Storie da brivido

Una serata spaventosa

Era la notte di Halloween, Harry, Angy e Jack si erano recati all’ Ex Albergo “Giardino” vicino alla stazione. Davanti alla porta  trovarono un mazzo di chiavi insanguinato;  anche se impauriti i ragazzi decisero di giocare a nascondino. La tana del gioco era una grande quercia che si trovava nel giardino. Jack iniziò a contare fino a cento;  Harry ed Angy si nascosero dietro il muretto di un vecchio pozzo. C’era un silenzio d’oltretomba che fu interrotto da un forte boato, sembrava che si fosse rotto il vetro di una finestra. I due ragazzi, incuriositi, entrarono nel vecchio albergo : vi era  buio pesto. Nell’atrio c’era un tavolo pieno di polvere e sotto Harry trovò una torcia, controllò che fosse funzionante e la accese.I ragazzi videro delle scale piene di ragnatele, ma  salirono ugualmente al piano superiore. Ad un tratto sentirono una porta cigolare; camminando nel lungo corridoio videro una porta socchiusa, non sapevano se entrare : avevano molta paura. Aprirono la porta, ma non videro niente di strano poi sentirono dei passi, e videro un’ ombra e una luce che si accendeva e si spegneva. Si voltarono per scappare e sentirono delle urla, scesero di corsa giù per le scale. Davanti ai loro occhi videro scritte sul muro queste parole :”Scappate o vi prendo”. Sembravano scritte con il sangue. Allora i ragazzi si avviarono all’uscita e videro un telo bianco davanti a loro. Era Jack che , con tutti i suoi scherzi:  l’ombra, la torcia che si accendeva e si spegneva, le urla spaventose, la scritta con il sangue finto e il telo bianco da fantasma li aveva spaventati.

I ragazzi scoppiarono a ridere e andarono a fare dolcetto-scherzetto tra le case di Voghera.

ANDREA, ANASTASIA E YOUSSEF

 

Vampiri al manicomio

 

In una fredda notte di ottobre tre ragazzi decidono di andare al vecchio manicomio abbandonato, incuriositi da strani rumori.

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Giacomo e Virginia ed io stiamo andando al vecchio manicomio abbandonato perché ogni mattina per andare a scuola ci passiamo davanti e, sentendo sempre dei rumori, vogliamo sapere chi li produce.

Arrivati davanti al grande edificio vediamo delle pietre sporgenti e decidiamo di arrampicarci. Troviamo una finestra socchiusa, la apriamo ed entriamo nell’atrio. Non vedendo niente accendiamo le torce  e vediamo delle ossa sparpagliate per terra.

“Ma siamo proprio sicuri di restare qui tutta la notte?” sospira  Giacomo.

“Non avrai mica paura!” gli rispondo. “Io paura?ma no!”risponde Giacomo. “Basta discutere” urla Virginia “Non fate i bambini e camminate”.

Camminiamo per un lungo corridoio, notiamo alle pareti quadri inquietanti  e, a metà corridoio c’e una porta: Virginia  propone di entrare. Entriamo e vediamo un ammasso di stracci che si muovono. Virginia ordina “Luca, Giacomo levate quegli stracci, io esco un secondo”. Io e Giacomo obbediamo e veniamo assaliti da uno stormo di pipistrelli. Li allontaniamo con le mani, poi ci voltiamo per cercare Virginia e la vediamo a testa in giù con un aspetto lugubre e spaventoso, la carnagione chiara e gli occhi rossi come il sangue e i canini lunghi e affilati.

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“M-ma sei un vampiro?!” balbetta Giacomo quasi svenendo”. “Sì e adesso uno di voi morirà!” grida Virginia quasi facendo una risata malefica .Estrae dallo zainetto una boccetta di veleno ,la beve e con un morso dritto nel collo uccide il mio amico Giacomo. Mi volto per scappare , ma appena provo a correre sento dei canini trafiggermi il collo : sto per diventare un vampiro .

 

Da quella notte non si è saputo niente nè di Luca nè di Virginia .Forse sono ancora al manicomio pronti a mordere chiunque entri.

Martina,Caterina,Greta.

Il Vecchio Orfanotrofio

Lucy ha 70 anni e abita a Milano da quando ne aveva 15.                                              Decide di andare a trovare la sua migliore amica a Voghera. Passeggiando per il viale della Repubblica,le due amiche passano davanti al Centro Adolescere,l’ex orfanotrofio e Lucy vedendolo,ricorda i momenti passati lì.

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Quando era piccola,Lucy essendo orfana,ha infatti vissuto all’orfanotrofio per 15 lunghi anni. Una notte successe un fatto sconvolgente. Mentre tutti dormivano,una voce terrificante la svegliò. Lei si alzò dal letto e andò in bagno per sciacquarsi il viso. Aprì il rubinetto e uscì un’acqua rossa che pareva sangue. Alzò lo sguardo e vide, nello specchio davanti a lei, la sagoma di una suora al suo fianco.Sobbalzò,si girò,ma non vide nessuno. Pensò che era solo frutto della sua immaginazione,quindi tornò a letto. Chiuse gli occhi,ma non riuscì a dormire. Li riaprì e si ritrovò la suora seduta in fondo al suo letto. Non seppe cosa fare e cercò di chiamare aiuto,ma dalla sua bocca non uscì alcun suono. Vide,dietro la suora,il suo amico John che con il lenzuolo cercava di strozzarla. I ragazzi si accorsero che la suora era un fantasma poichè le lenzuola le passarono attraverso e improvvisamente sparì nel nulla.

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Il ricordo era così presente nella sua mente che decide di raccontarlo alla sua amica mentre continuano tranquillamente la loro passeggiata. Dopo un’ora,però,durante il tragitto riappare quella sagoma familiare: la suora. Le due amiche si spaventano a morte e cercano di scappare,ma le loro gambe non si muovono. La suora si avvicina sempre di più. Le due amiche cercano di urlare,ma le loro corde vocali si spezzano senza lasciar loro la possibilità di parlare. La suora ha raggiunto il suo obbiettivo e quindi se ne ritorna nell’orfanotrofio sorridendo.

Valentina,Aurora,Sara

LA VILLA FANTASMA

 

Il sole stava tramontando, quando noi  eravamo già dentro Villa Iria. Il primo a metterci piede fu Matteo che vide subito un lungo corridoio che finiva con una scala. Tutto il corridoio era ornato da quadri rappresentanti demoni giapponesi. Ci incamminammo nella prima stanza: era piena di ragnatele tanto che una ci arrivò addosso. Pensando che fosse apparentemente una normale stanza da letto ce ne andammo: ma subito dopo sentimmo una strana voce che diceva:”Avete fatto un errore ad entrare”. Da sotto le coperte uscì una tarantola che ci venne incontro seguita da un centinaio di altri aracnidi più piccoli. Noi scappammo subito richiudendoci la porta alle spalle con un gran botto sollevando molta polvere. Ci fermammo un momento per riflettere sull’ accaduto. Eravamo tutti in silenzio, quando si sentì un miagolio stridulo dal bagno;  Matteo si offrì per andare a controllare cosa stesse accadendo. Aprendo la porta vidi un gatto impiccato su un muro con dietro una scritta incomprensibile. Io e Luca provammo ad entrare ma la porta era chiusa. Percepimmo il rumore dei rubinetti che pian piano la riempivano d’acqua. Vedemmo passare sotto la porta dell’acqua rossa come se qualcuno ci fosse morto dentro. Spalancammo la porta non più bloccata e… Vedemmo il cadavere di Matteo incatenato ad una vasca, ma il sangue non era il suo perchè era quello della scritta sul muro ormai scomparsa. Presi dal panico cercammo l’uscita , ma subito dopo i ragni si fecero rivedere. Erano più grandi perchè avevano mangiato la porta ma anche più lenti. Noi uscimmo ma il fantasma della bambina, uscita dal pozzo immobilizzò Luca che venne mangiato vivo dai ragni. Continuai a correre fino alla fine del viale e vidi il fantasma che gettava il cadavere nel pozzo.

Luca ,Simone ,Matteo

Ricordando la Prima Guerra Mondiale

Lunedì 5 novembre ci siamo recati con un nutrito gruppo di alunni di tutte le scuole della nostra città sul sagrato del Duomo di Voghera per celebrare la festa delle Forze Armate ed il Centenario dalla fine della Prima Guerra Mondiale. Eravamo accompagnati dal Dirigente Dt. Barbisotti, dalla prof. Rita Inglese, dal sindaco Barbieri, dagli amministratori comunali di Voghera, dalle varie associazioni d’arma e da tanti cittadini. La festa nazionale delle forze armate è stata istituita per ricordare la fine della prima guerra mondiale, avvenuta il 4 novembre 1918 con l’armistizio di Villa Giusti a Padova. Le trattative dell’accordo cominciarono il 29 ottobre 1918 durante la battaglia di Vittorio Veneto e si conclusero il 3 novembre 1918 tra l’Italia e l’Impero Austro-Ungarico. L’attuale ministro della difesa Elisabetta Trenta durante la commemorazione dell’evento ha così commentato: “Oggi la pace non è un bene scontato che possiamo permetterci di dare per acquisito, ma è qualcosa che va costruito e preservato ogni giorno”.

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La nostra celebrazione è iniziata con la cerimonia dell’alzabandiera sul sagrato del Duomo. Tutte le Forze di Polizia, le associazioni d’Arma e le autorità si sono schierate salutando la bandiera italiana mentre la banda suonava l’inno nazionale. La messa è stata celebrata da monsignor Canessa che ha ricordato il sacrificio di molti ragazzi della nostra età o poco più per la patria durante la Prima Guerra Mondiale. Alla funzione hanno partecipato molte delegazioni delle scuola cittadine con il loro cori e la sezione musicale del nostro istituto ha suonato l’Inno di Mameli. Al termine della messa il sindaco ha ringraziato le scolaresche che hanno partecipato alla manifestazione e ha spiegato l’importanza del ricordo di questi eventi per fare in modo che non si ripetano, ricordando le parole pronunciate il giorno prima a Trieste dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

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Fuori dal Duomo si è composto il corteo che ha raggiunto il Monumento ai Caduti di via Ricotti, dove si è svolta la deposizione delle corone d’alloro alle lapidi, mentre la banda suonava Il Piave e l’inno italiano. Sotto i portici è stato anche scoperto un tondo dedicato alla medaglia d’Oro al Valor Militare Luigi Coralli. Infine, nell’Aula Magna dell’istituto Calvi, il capo delle forze dell’ordine ha tenuto il discorso conclusivo, sottolineando nuovamente l’importanza di non dimenticare e l’autrice Simona Guioli ci ha presentato il libro “Gli eroi della Prima Guerra Mondiale in Oltrepò Pavese”.

Le celebrazioni a cui abbiamo assistito, i discorsi delle varie Forze Armate che abbiamo ascoltato sono stati per noi ragazzi motivo di riflessione. Per fortuna noi studenti siamo lontani dalla guerra ed è per questo che vogliamo onorare e ricordare con gratitudine tutti i giovani, e non solo, che sono morti durante i conflitti. Mentre venivano deposte le corone alla memoria dei caduti abbiamo sentito forte il fatto che non siamo solo individui all’interno di una famiglia, ma che facciamo parte anche di una Nazione, di una stessa Patria. Leggere ogni singolo nome dei caduti della nostra città ci ha fatto riflettere sul fatto che noi giovani dobbiamo onorare la loro memoria adoperandoci contro ogni forma di guerra.
Alice, Camilla, Edoardo, Emma R., Giulio, Kinga, Martina G.

 

Questa è stata una giornata piena di ricordi. Abbiamo celebrato i numerosi soldati morti in guerra, coloro che hanno svolto ruoli fondamentali nel primo conflitto mondiale e le Forze armate.

Greta

 

Ogni guerra è terribile ed io mi ritengo fortunato di vivere in uno stato in cui da tempo non c’è più la guerra e ciò grazie all’istituzione dell’Unione Europea. Ricordare e festeggiare la fine della prima guerra mondiale è secondo me un modo giusto per far capire a tutti, ma proprio tutti cosa vorrebbe dire farne un’altra.

Luca

 

Alcuni di noi hanno suonato in chiesa l’Inno di Mameli: è stato emozionante perché è bello restare uniti anche in un momento di tristezza. La musica ci fa sentire tutti fratelli, sia nei momenti belli che in quelli tristi e dolorosi.

Andrea

 

Quando sul sagrato del Duomo è stata issata la bandiera tricolore ho provato orgoglio perché ho pensato all’Italia come paese importante, unito e forte. Le letture dei militari mi hanno fatto pensare al vero valore della pace. Mentre seguivo il corteo diretto al monumento ai caduti pensavo e ripensavo ai tutti i soldati morti per noi. Questa manifestazione mi ha fatto riflettere molto.

Valentina

Il fantasma del teatro alla Scala

 

Mi presento: sono Benny, il fantasma sconosciuto del Teatro alla Scala .

Sconosciuto perchè sono talmente bravo che nessuno è mai riuscito a vedermi o a percepirmi.

Il vantaggio  di essere fantasma è che posso visitare tutti quei luoghi che gli spettatori non hanno mai visto, come ad esempio l’ archivio costumi .

Un altro vantaggio ,di non poca importanza, è che io posso assistere a tutti gli spettacoli e alle prove gratuitamente.

Quando vado nell’ archivio costumi è fantastico perchè posso indossare ogni volta un costumo diverso e trasformarmi in tanti personaggi differenti.

Il costume che preferisco è quello di Mozart, perchè il mio desiderio più grande è quello di diventare un grande pianista come lui.

Purtroppo sono diventato fantasma prima di poter realizzare il mio sogno.

Però ogni notte, io scendo nella buca dell’ orchestra , apro il pianoforte e inizio a suonare: una musica meravigliosa riempie il teatro e io ,per un momento, divento il pianista che sognavo di essere.

Luca